lunedì 19 novembre 2018

FORGOTTEN WORLDS




LOCANDINA:




















ANNO: 1988

SOFTWARE HOUSE: Capcom Co., Ltd.

GENERE: Sparatutto A Scorrimento Orizzontale

DESCRIZIONE: 
In un imprecisato quanto lontano futuro, la Terra è ormai in larga parte devastata dall’opera distruttrice di una crudele divinità chiamata Bios. La desolazione che regna nelle amorfe lande punteggiate da rovine, piantonate dagli agguerritissimi servitori del dio malvagio e presidiate da 8 terribili guardiani a lui fedeli, è tale da consegnare all’oblio i nomi originali, sostituendoli con un anonimo “Dust World”.
Per fortuna la speranza dei terrestri sopravvissuti non è scomparsa nella polvere dei “Mondi Dimenticati” e si affida ora a due potentissimi super guerrieri biomeccanici che attaccheranno il micidiale Bios e i suoi altrettanto letali accoliti per sconfiggerli definitivamente, liberando, così, la Terra dalla loro esiziale presenza.

Volendo dare una descrizione molto sintetica di Forgotten Worlds (“Lost Worlds” nel magico paese del sol levante), si può definirlo a grandi linee come una sorta di Side Arms ipervitaminizzato, integrato dalla feature del multi-directional firing e dagli “SHOP” (in cui i super guerrieri investono gli “Zenny” -il “conio Capcom”- guadagnati blastando i nemici per ripristinare energia, acquistare armi, armature e persino vite extra), i negozi già visti nel 1987 in Black Tiger. Il primo titolo sviluppato su scheda CPS-1 è anche l’ultimo di un’ideale trilogia di sparatutto firmati dalla grande C che vedono come protagonisti eroi dotati di jetpack: Section Z (1985), il già menzionato Side Arms: Hyper Dyne (1986) e, appunto, il “biglietto da visita” della CP System.

Forgotten Worlds è uno di quei coin-op che spiccava tra i titoli contemporanei per due motivi ben distinti: la notevolissima qualità grafica e l’insolito sistema di comando. La Capcom, infatti, non solo mirava a fornire con questo shoot ‘em up un’eloquente dimostrazione di forza, un vero e proprio “Vulgar Display of Power” della CPS-1, ma tendeva anche a distinguerlo dalla concorrenza garantendo un gameplay assolutamente peculiare.

Adottando un “roll switch”, vero e proprio “pulsante ruotabile” concepito per sparare in 16 direzioni differenti, la compagnia di Osaka dettò la linea dello “multi-directional firing shoot-em-up” che di lì a un anno sarebbe proseguita con coin-op come Megablast (Taito), Hellfire (Toaplan) e Prehistoric Isle in 1930 (SNK).

Questo arcade hit Capcom, dunque, è uno shoot ‘em up a scrolling prevalentemente orizzontale articolato in 9 livelli di cui due più brevi a scorrimento verticale. 
Ai due super guerrieri dotati di jetpack è associata una energy bar che può essere ripristinata mediante l’acquisto di un medikit in uno degli SHOP. In questo titolo non si dispone che di una vita e i suddetti negozi non sono collocati all’inizio di ciascuno stage, ma impongono un “lunghissimo” quanto cruciale minuto di gameplay prima di raggiungerli… con protagonisti già malconci poiché reduci dagli scontri con i mega-boss.

Anche se è possibile acquistare una costosissima extra life in uno degli shop, collezionare abbastanza Zenny da dotarsi di un buon arsenale (sono disponibili 11 tipologie di armamento differenti), ripristinare la propria energia e, magari, per l’appunto, procurarsi un super guerriero di scorta comporta notevoli rischi legati alla tattica particolarmente aggressiva che si rende necessaria per blastare quanti più nemici possibili e raggranellare tutto il “conio Capcom” che essi rilasciano.

Com'era prevedibile, Forgotten Worlds è uno sparatutto molto impegnativo dove i “jetpack heroes” devono destreggiarsi tra nugoli di velocissimi sprite nemici, superare strettoie presidiate da numerose postazioni di fuoco, fronteggiare attacchi di ogni genere provenienti da tutte le direzioni e combattere con boss enormi, dotati di armi devastanti e caratterizzati da pattern offensivi piuttosto insidiosi.

La struttura dello shoot ‘em up si presta particolarmente ad un consigliabilissimo 2-player mode che permette di “guardarsi le spalle” a vicenda, di attaccare con maggiore efficacia i nemici più resistenti, di selezionare armi differenti per venire incontro alla maggior parte delle esigenze… e, magari, di razziare gli Zenny che “spetterebbero” al partner videoludico utilizzandolo come scudo per proteggersi dai proiettili nemici.

Dal punto di vista tecnico, Forgotten Worlds è semplicemente… garagantuesco (<< Mi è sempre piaciuto l'aggettivo "Gargantuesco", succede raramente di poterlo usare in una frase... >> -Elle Driver- da “Kill Bill vol. 2”) per un coin-op datato 1988: da 90 a circa 180 colori a video ben selezionati e distribuiti, ottima definizione, alto livello di dettaglio, tratto elaborato e incisivo (con due gustose citazioni grafiche da Hokuto No Ken), maestosa parallasse, gran numero di sprite su schermo, ritmo serratissimo e boss eccellenti per design, caratterizzazione e, in alcuni casi, animazioni (su tutti il superbo Dust Dragon del secondo stage e l’imponente God of War del terzo).

Se il fronte audio risulta qualitativamente assai meno eclatante di quello estetico a causa delle limitazioni del chip Yamaha YM-2151, può in ogni modo contare su musiche epiche e brani d’atmosfera che, ad esempio, enfatizzano la cupa desolazione delle ambientazioni (Stage 2) o sottolineano la drammaticità dello scontro con gli agguerritissimi nemici nei concitati livelli finali. Anche gli FX in-game che, come le BGM, sono per lo più in sintesi, non brillano per resa acustica e confermano la poca incisività dei difficilmente intelligibili vocal samples che accompagnano le criptiche “battute” testuali dei super guerrieri, rinomate per la fluentezza del loro “engrish” (“Did you find the guy?”, “I’ll finish you today for sure!”, ecc…).

Se la Capcom si era proposta di dare con questo shoot ‘em up un saggio delle potenzialità della CPS-1 e, allo stesso tempo, di piazzare un nuovo arcade hit, tali intenti non potevano che dirsi raggiunti. Forgotten Worlds, infatti, riscosse un notevole successo e, di conseguenza, diede vita ad una numerosa progenie di conversioni: PC MS-DOS (1988), Commodore 64 (1989), ZX Spectrum (1989), Amstrad CPC (1989), Amiga (1989), Atari ST (1989), Mega Drive / Genesis (1989), Master System (1990) e PC Engine Super CD-ROM² (1992). 

FORGOTTEN WORLDS

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