LOCANDINA:
ANNO: 1990
SOFTWARE HOUSE: Toaplan Co., Ltd.
GENERE: Sparatutto
DESCRIZIONE: L’esordio ufficiale dello sviluppatore giapponese Toaplan fu alquanto vivace e vide la nuova etichetta presente su ben quattro coin-op datati 1989: Hellfire, Zero Wing, Demon’s World e Fire Shark.
L’anno successivo, viceversa, la casa nipponica realizzò solo due titoli, di cui uno appartenente alla vena più fertile del team: Snow Bros: Nick & Tom e Out Zone.
Se difatti i brillanti autori di Tiger Heli, Flying Shark, Twin Cobra e Truxton, successi usciti tra il 1985 e il 1989 sotto label Taito, avevano in seguito diversificato le loro tematiche firmando anche horizontal shooter e action, il sottogenere degli sparatutto a scorrimento verticale continuava comunque a giocare un ruolo di primo piano nella loro produzione.
Così il 1990 "toaplaniano" vide una curiosa dicotomia tra un noto fixed-screen cute game che proponeva un’ispirata alternativa al celeberrimo Bubble Bobble e un arcade hit sulla falsariga Commando / Ikari Warriors / Heavy Barrel che sfoggiava qualità tecniche e doti ludiche degne dei migliori coin-op del periodo.
Out Zone dunque prende le mosse da titoli analoghi realizzati da Capcom, SNK e Data East per reinterpretarne le dinamiche di gioco e l'estetica secondo gli stilemi "made in Toaplan" già manifestati in Truxton e Zero Wing.
Questa volta i protagonisti non sono piloti delle classiche navicelle spaziali, ma potenti soldati-cyborg al soldo delle Nazioni Unite. I due Rambo futuristici appartenenti al leggendario Battaglione Spaziale della Morte sono l'ultima speranza dell'umanità, la cui estinzione potrebbe verificarsi nell'anno 2097 a causa di una terribile invasione aliena. Per salvare la terra, i mercenari cibernetici dovranno compiere una decisiva incursione nella remota "Out Zone", presidiatissimo avamposto dei feroci predatori provenienti dal pianeta Waogira.
I nostri eroi dispongono di due distinte modalità di fuoco: quella multidirezionale della "8-way pistol" e la corrispettiva "3-way spread" frontale. Nei 7 livelli da affrontare sono piuttosto comuni gli item contrassegnati dalla lettera "C" che permettono di selezionare il fire mode secondo necessità. Nonostante il 3-way spread tenda ad assimilare i cyborg a delle navicelle, in realtà si tratta pur sempre di bipedi costretti ad aggirare determinati ostacoli, percorrere numerose strettoie e avvalersi di piattaforme semoventi per lasciarsi alle spalle settori caratterizzati dalla continua minaccia di una letale caduta. Ovviamente la 8-way pistol è indispensabile per far fronte alle suddette situazioni e vanificare gli insidiosi attacchi delle truppe aliene, che prediligeranno delle fulminee manovre a tenaglia e daranno del filo da torcere in frenetici tratti sulla falsariga arcadizzata di Metal Gear.
Per quanto riguarda i power-up, il titolo Toaplan non lesina certo in bonus e Super Bonus ("SB") dedicati all'ampliamento delle capacità distruttive. Questi comprendono la classica "P" (ogni arma dispone di 2 stadi di potenza superiori allo standard), l'altrettanto canonica "B" (è possibile collezionare un massimo di 10 smart bomb), le armi contraddistinte dal binomio breve gittata & notevole devastazione come il SUPER BURNER (un lanciafiamme) e la SUPER BALL (una sorta di pod ipervitaminizzato che ruota velocemente intorno all'eroe passando attraverso i muri) e gli imprescindibili SHIELD e SPEED UP.
Una peculiarità di Out Zone è senz'altro la presenza di una life bar che contrassegna l'energia vitale dei cyborg e decresce costantemente fino a culminare con l'esplosione del protagonista. Per evitare che il mercenario cibernetico si trasformi d’un tratto in una palla di fuoco, è necessario raccogliere tutti gli "E" item reperibili e rimpinguare così di volta in volta la suddetta barra. E' chiaro che l'assillo della "ricarica" contribuisce ad accrescere il già elevato ritmo di gioco, costringendo a ridurre al minimo gli indugi, nonché, in certe situazioni, a tentare attacchi banzai o improbabili fughe per raggiungere in tempo il prossimo "checkpoint".
Lo shoot 'em up Toaplan si caratterizza per la spiccata concentrazione delle dinamiche che si risolvono lungo la sola direttiva top-down. La mancanza di escursione laterale dello scrolling, le strettoie, le sezioni "à la Metal Gear", gli inserti "platform" e le cospicue dimensioni degli sprite tendono difatti ad accentuare l'importanza degli spazi di manovra che risultano spesso ridotti. Se poi si considera che la spada di Damocle della life bar rende sconsigliabili le esitazioni, va da sé che il gameplay di Out Zone si configuri come una vera e propria condotta forzata che incanala un impetuoso flusso di adrenalina.
Il vertical shooter firmato dagli autori di Truxton nobilita una struttura assai solida con una realizzazione tecnica che riprende la generosità estetica del suddetto titolo, potenziandone la ricercatezza e accentuandone il look "massiccio". L'opulenza grafica di Out Zone, infatti, è davvero impressionante per un coin-op datato 1990. Per descrivere fondali così dettagliati e sprite tanto ricchi di particolari e finemente ombreggiati da apparire quasi equivalenti a video di esemplari da mostra di modellismo, è inevitabile ricorrere all'espressione "pixel art", espressa soprattutto nei boss: enormi, ipercolorati e “cesellati”.
Il comparto visivo dello sparatutto Toaplan è curato all'inverosimile. Ogni elemento difatti gode di una definizione tale da far pensare ad una modalità relativamente più "moderna" della "canonica" 240X320. Idem come sopra per i colori che, per l'utilizzo magistrale delle sfumature, il tratto elaboratissimo e il conseguente effetto rilievo delle eccellenti ombreggiature, sembrano anticipare la metà degli anni '90.
Sebbene il titolo sia abbastanza "leggero" in termini di dati (meno di 16 Mbit -1,8 MB-), le animazioni sono piuttosto ricche e vantano fra l'altro una convincente resa degli effetti legati alle armi (spicca la pregevole realizzazione del lanciafiamme), del progressivo cedimento dei boss sotto il martellante fuoco dei nostri cyborg e delle coloratissime esplosioni.
Va in ogni caso sottolineato che l'estetica gargantuesca di Out Zone ha una rilevante contropartita: i rallentamenti. Il ritmo serrato e le frequenti "situazioni di ressa", difatti, si traducono in vistosi slowdown che non mancheranno di attenuare la difficoltà dell'arcade hit Toaplan. Analogamente a Raiden, i rallentamenti saranno quanto mai graditi al giocatore (in particolar modo nel 2-player mode) e, quando questi avrà superato i primi 3/4 livelli e la pressione del nemico inizierà a farsi insostenibile, assumeranno una funzione non dissimile dal bullet time di maxpayniana memoria.
Una delle caratteristiche più tipiche della produzione Toaplan è senza dubbio la qualità delle colonne sonore, realizzate da Tatsuya Uemura e Masahiro Yuge. La soundtrack di Out Zone reca la firma del primo, al tempo già apprezzato autore delle OST di Flying Shark, Twin Cobra, Hellfire e Zero Wing, e ne conferma pienamente il talento, impreziosendo la frenetica azione shootemuppara con eccellenti BGM sintetizzate che ridefiniscono il termine "orecchiabilità".
Le musiche di questo sparatutto, infatti, sono assolutamente perfette per il genere: grintose, epiche, brillanti... in una parola irresistibili. Vista l'assenza di sample per la base ritmica, la qualità tecnica può apparire un po' datata per un coin-op del periodo, ma la valorizzazione del chip Yamaha YM3812 è ad ogni modo così efficace e calzante da conferire al sound una personalità squisitamente definita che verrebbe meno se i brani venissero riproposti in versione riarrangiata. Giocando a Out Zone poi è facile notare come la soundtrack stringa un sodalizio inscindibile con l'azione e continui a riecheggiare nella memoria per molto tempo.
Il rilievo delle musiche è tale da far passare in secondo piano gli effetti sonori che, in effetti, si limitano a svolgere la loro funzione senza acuti, lasciando volentieri il campo alla spumeggiante verve compositiva di Tatsuya Uemura.
Per quanto si registrino delle differenze tra le varie revisioni realizzate dalla casa, il livello di difficoltà proposto da questo arcade hit risulta relativamente mite. Lo skill level tende ad essere abbastanza permissivo nei primi tre / quattro stage, salvo poi farsi alquanto ostico nei successivi. Come da copione è preferibile affrontare le truppe di Waogira con un amico e avvalersi di un'opportuna selezione del fire mode secondo le circostanze. La peculiare struttura di questo titolo si presta peraltro benissimo alla fruizione in 2-player mode, che consente di aumentare esponenzialmente il divertimento già garantito dalla sessione in singolo.
Nonostante Out Zone abbia goduto di un'indiscutibile popolarità, non è stato oggetto di alcuna conversione per sistemi domestici, con l'eccezione di un recente porting per Android systems sviluppato da Alioth.
Nel 1992 Toaplan firmò un meno ispirato "seguito" denominato Fixeight che non riuscì a bissare il successo del predecessore.
OUT ZONE
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