domenica 18 febbraio 2018

CAPCOM SPORTS CLUB




LOCANDINA:




















ANNO: 1997

SOFTWARE HOUSE: Capcom Co., Ltd.

GENERE: Sport

DESCRIZIONE: 
Capcom Sports Club è la giostra della felicità in due dimensioni. Quindi Capcom intercede al metodo della dissimulazione per definire comunque il segno descrivente degli sport presi a modello, talché l’irrealismo concorra a incurvarsi a una definita volontà di replicazione dell’atto coercitivo. In Smash Stars, la pratica del serve and volley si consuma in modo assai plausibile, come anche l’esecuzione del passante a incrociare.

Il ritmo è sostenutissimo. E con ciò, il timing s’arreca all’anticipo, incoraggia lo scambio prolungato, si arrende a una fisica dei rimbalzi clamorosamente plausibile. La accelerazione si ottiene solo a seguito dell’impatto perfetto, e benché le dinamiche comportamentali di Final Match Tennis siano distanti dall’essere sintetizzate per il tipo di interazione arcade, Capcom fa sì che la trasformazione dei colpi avvenga a concorso di piazzamento preventivo e in accordo alle caratteristiche delle atlete virtuali. Tre tasti. Spin, colpo potente e pallonetto. Nel caso di Kick Stars gli stessi vengono commutati in tiro, passaggio e dribbling con palla al piede. Interessante come quest’ultimo sia combinabile al tiro e quanto diventi efficace in forma di elusione di un tackle frontale. Possibilità di super shot e meccanica alla Super Sidekicks per rimanere sul territorio dei falli arbitrari, della rissa e della ressa, del classico gioco del calcio in cui si deve produrre il casino del premere forte, possibilmente più dell’avversario. Estesa selezione di squadre e intensa velocità.

Dunk Stars è il basket della stoppata, dell’aggiro. Ma anche della schiacciata, quando rasenti il canestro si viene a collisione col tasto del tiro e i pupazzi vanno su, restandovi per mezz’ora. È così. Mentre Capcom mette il sigillo sul tema dello sport in pixel conquistandosi il vertice dell’azione, la vetta assoluta riferibile al diversivo dello sport da praticarsi in razzolo di popcorn, succhiando bibite gassose, l’intero settore delle simulazioni è declassato a pietra tombale del videogioco. Capcom Sports Club è il club esclusivo dell’esteta del divertimento, un oggetto di eclatante divagazione cui ubbidire in quanto sfrenati apostoli del capcomismo, questa branca dell’elettronica che pur scrivendo su schede tecnologicamente antiquate determina lo stato dell’arte della bidimensione applicata. L’impianto estetico è “lo sfarzo”. Colori e dettagli vanno a festa in direzione di un tratto anatomico che è proteiforme prima ancora di diventare omaggio al fumettismo, contribuzione assai colta verso le visuali alternative allo stereotipo dell’anime style. Capcom Sports Club è amicizia. Suona temi di amicizia e festosità per indurci nella tentazione delle melodie leggere ed armoniose e liberarci dal male del grigio fotorealismo Amen. Oggi, in data 21/12/2011, a un anno esatto dalla fine del mondo, ci siamo presi uno di quei panettoni tutto compreso, dove per dentro ci mettono lo spumante e il pan di stelle della fantasia. Poi ci siamo piazzati davanti al MAME, coi boxer color sangue in ossequio al Santa Claus di Futurama, e abbiamo detto alla servitù di sbarrare le porte.

CAPCOM SPORTS CLUB

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