LOCANDINA:
ANNO: 1992
SOFTWARE HOUSE: Konami Holdings Corporation
GENERE: Sparatutto A Scorrimento Orizzontale
DESCRIZIONE: Nobuya Nakazato è un genio. Con l'ausilio di un hardware potente e versatile come quello del Super Nintendo, ha rivoluzionato il modo di concepire i giochi d'azione a scorrimento. Prima di Contra III: The Alien Wars la categoria degli sparatutto con elementi piattaformici era sinomino di distruzione senza cervello. Non che Contra o Super C (Arcade/Famicom, 1987, 1990) fossero brutti, al contrario. Il problema era che a una realizzazione tecnica e a un impianto di gioco curati non si affiancava una meccanica sufficientemente varia ed evoluta.
Per questo il celebre creativo nipponico si vide costretto a mettere in atto l'unica mossa capace far divenire adulto un genere che da tempo puzzava di stantio: traghettarne lo spessore strategico verso un nuovo grado di complessità. Al contrario dei suoi predecessori, in Contra Spirits è possibile trasportare due armi contemporaneamente (dopo averle recuperate dagli appositi emblemi svolazzanti), ed il saper passare al momento giusto dall'una all'altra è l'abilità il cui apprendimento si rivela fondamentale per proseguire indenni. Perché al contrario di quasi tutti gli altri titoli con arsenale multiplo, qui la natura dei nemici e la struttura dei livelli sono stati appositamente studiati per punire chi mette in atto una condotta di gioco confusa e monocorde.
Ogni momento, dal semplice procedere contro le fameliche orde aliene allo scontro con il più coriaceo dei guardiani, richiede una strategia specifica, principalmente basata sull'uso dell'arma giusta al momento giusto, sulla valutazione accurata di ogni mossa (decidere in una frazione di secondo quali armi scartare e quali portare, ad esempio), ma anche sull'interazione con l'ambiente. Lungi dall'essere una semplice autostrada per le scorribande del giocatore, i livelli propongono infatti insidie e pericoli non certo inferiori rispetto a quelli indotti dagli avversari. Sfruttare la capacità del protagonista di appendersi al soffitto e di arrampicarsi sulle pareti è indispensabile per avere ragione anche del passaggio più impegnativo. Sporadiche sezioni con visuale dall'alto, dove l'obbligo è distruggere determinati obiettivi sparsi per le mappe, spezzano piacevolmente il ritmo, comunque esaltato dall'immensa varietà delle situazioni in cui si è catapultati.
Ma non è tutto. Perché Contra III è anche un capolavoro di abbagliante, muscolare maestosità grafico-sonora. L'apparato visivo appare spettacolarmente opulento. L'uso e l'abuso di effetti di rotazione, distorsione e zoom regala al giocatore momenti di sincero sbigottimento. La direzione artistica curata da Masayuki Saruta (già coinvolto in Akumajo Dracula) è figlia irresistibilmente fascinosa dell'incontro tra machismo occidentale anni Ottanta e sensibilità stilistica orientale anni Novanta. Le atmosfere sono apocalittiche, con fondali perennemente in fiamme a seguito dell'attacco alieno ed uno stile a metà tra l'epico e l'organico, accarezzato da colori caldi e intensi. La colonna sonora di TAPPY Iwase (che rivedremo anche in Metal Gear Solid) tesse un accompagnamento epicheggiante ed oscuro, in linea con lo stile scelto per l'ambientazione.
Per il resto è l'astrusa difficoltà a farla da padrone. I tempi di reazione richiesti e lo spazio di manovra disponibile sono sempre limitatissimi, ma va bene così, perché la sofferenza racchiude in sè la gioia della soddisfazione. Contra III, d'altra parte, dura il giusto: corto, brutale, tachicardicamente intensissimo. Ed è per questo che, quando si abbatte il gigatesco mostro finale e la tensione cala, ci si ritrova, sudati e tremolanti, con i segni di un'esperienza devastante e adrenalinica, e quindi assolutamente indimenticabile.
CONTRA III: THE ALIEN WARS
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