lunedì 9 ottobre 2017

RAIDEN





LOCANDINA:




















ANNO: 1990

SOFTWARE HOUSE: Seibu Kaihatsu Inc. / Tecmo Co., Ltd.

GENERE: Sparatutto A Scorrimento Verticale

DESCRIZIONE: Raiden, nell'antica mitologia orientale, è il Dio del Tuono. La sua forza è così dirompente da distruggere con facilità tutto ciò contro cui si scaglia.
Ma la sua voce, di converso, suona come un rombo assordante che annuncia abbondanti e salvifiche piogge. Una duplice natura alla quale, nell'era moderna, l'omonimo, splendido, gioco che ha rivelato al mondo il talento dei creativi Seibu Kaihatsu porge devoto e rispettoso omaggio.

Raiden è perciò uno sparatutto a scorrimento verticale basato sui contrasti. Il primo: si tratta di un titolo tanto frustrante se approcciato superficialmente, quanto appassionante e divertente se approfondito e affrontato con lo spirito giusto.
Il secondo: il sistema di armamento è incentrato sul dualismo. Capacità distruttiva oppure ampiezza di fuoco. Raccogliere le icone rosse consente di impiegare una mitragliatrice la quale, man mano che viene potenziata, aumenta a dismisura il raggio d'azione fino a coprire quasi tutto lo schermo, a discapito della forza d'impatto dei singoli proiettili.
Le icone blu, viceversa, portano in dote alla navetta spaziale sotto il controllo dell'utente un potentissimo raggio al plasma, che è però penalizzato dalla limitata estensione. Lo stesso principio vale per l'arma secondaria (da affiancare a quella principale), e cioè i missili. Quelli attivati dall'insegna gialla fanno poco male, ma sono tanti e ricercano automaticamente il bersaglio.
Quelli associati all'insegna verde abbattono in men che non si dica anche l'avversario più coriaceo, limitandosi però ad avanzare solamente in linea retta. Il ritmo delle partite è quindi scandito dall'alternanza tra le due possibilità offensive e solo chi riesce ad entrare in tale ottica ha qualche speranza di sopravvivere.

Raiden, infatti, non è un Dio misericordioso. Per valorizzare l'idea alla base delle meccaniche ludiche, la liturgia che ne canta la gloria propone una serie di livelli lunghi e pieni fino all'orlo di nemici e insidie più o meno naturali.
Un complesso coacervo di bastardaggine appositamente ideato e mescolato per esaltare la natura binaria dell'arsenale e il suo utilizzo appropriato al contesto, in un crescendo di difficoltà che si fa via via sempre più brutale, con il giocatore costretto, per sopravvivere, a combinare tra loro i potenziamenti dell'arma primaria e secondaria in funzione delle situazioni.

Al fine di favorire tale approccio e lasciare la massima discrezionalità, la presenza delle icone nell'area di gioco è quasi costante, e quando una di queste viene rilasciata impiega qualche secondo a cambiare colore, consentendo di scegliere quello giusto in base alla strategia che si vuole adottare, con relativo innalzamento della tensione ma anche del godimento. La giocabilità raggiunge così empirei paradisiaci, anche grazie a un bilanciamento generale miracolosamente equilibrato. Di conseguenza, una volta che lo ha abbracciato, il fedele difficilmente abbandona il culto officiato dai sacerdoti Seibu Kaihatsu.

Raiden è un'opera senza inutili fronzoli, proprio come si addice ad un'austera ed ancestrale divinità.
La colonna sonora adrenalinica ma mai sopra le righe è magistralmente adatta all'azione proposta. L'estetica curatissima ma sobriamente realistica è studiata per evitare di distrarre il detentore del joystick dal suo compito, che è quello di seminare più distruzione possibile senza rimetterci la vita.
Perché contro l'orda aliena che minaccia il genere umano non ci si può permettere neanche la più piccola disattenzione.

Raiden è un gioco che richiede impegno, allenamento e ferrea forza di volontà, esattamente come una sacra disciplina monastica. Ma le soddisfazioni che sa regalare a chi è capace di violarne i segreti sono grandissime.
Perché il Dio del Tuono non imbroglia, è solo un maestro più esigente del solito, che, una volta dominato, rende l'adepto consapevole delle proprie capacità o, in caso di insuccesso, dei propri limiti.
E, come un severo ed onnipotente Sensei, la partita dopo è sempre lì, pronto, in attesa di uno sfidante in grado di rendergli onore.

RAIDEN

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